I Monti Sibillini ed il parco dei Monti Sibillini
Da Recanati sarete liberi di partire per delle splendide escursioni e visitare l’entroterra Maceratese!
Tra verdeggianti colline e le maestose cime dei Monti Sibillini, si trovano incantevoli borghi da visitare e da scoprire.
Paesi incastonati nel territorio, immersi nella natura, caratterizzati da tradizioni secolari che restano un orgoglioso baluardo di uno stile di vita autentico, genuino e semplice.
Paesi tranquilli che raccontano la loro storia attraverso le mura cittadine, le antiche chiese o palazzi, che accarezzano lo sguardo grazie ai tantissimi scorci paesaggistici.
Un viaggio alla scoperta degli Appennini e delle attrazioni del Parco Nazionale dei Sibillini
I Monti Sibillini: dove si trovano?
I Monti Sibillini sono una catena montuosa che svetta imponente e misteriosa, a cavallo tra Marche e Umbria, nell’Appennino umbro-marchigiano lungo l’Appennino centrale centrale. Si trova tra le province di Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Perugia.
E’ il regno incontrastato della Sibilla, una fata pagana, e un luogo magico che ha dato vita a numerose leggende.
Una di queste narra del Monte Sibilla, luogo che nasconderebbe l’accesso al regno sotterraneo della fata, frequentato da creature magiche, ma anche antro infernale in cui la Sibilla si rifugiò durante la cristianizzazione dell’Impero Romano.
Collegato a questa è la storia sulla nascita del sentiero delle fate. Queste magiche creature, chiesero alla Sibilla il permesso di recarsi ad un ballo notturno; lei disse che potevano andare, a patto che rientrassero prima del sorgere del sole.
Le fate però, completamente prese dalle danze, si accorsero tardi che il sole stava per sorgere. Iniziarono a correre verso la grotta della Sibilla, lasciando le impronte dei propri piedi di capra, lungo il Monte Vettore.
La catena prende per questo il nome dal Monte Sibilla (2.173 m). Anticamente i Sibillini venivano chiamati Tètrici: l’aggettivo latino tetrĭcus riconduce ad un luogo cupo, selvaggio e persino demoniaco. In italiano abbiamo la parola tetro che riporta ad un concetto simile….
Monti sibillini: geologia
La catena montuosa è costituita da rocce calcaree e calcareo-marnose del Mesozoico Terziario inferiore, che si sono deposte nell’arco di tempo tra i 200 e i 20 milioni di anni fa. Di fatto è una struttura geologica relativamente giovane, al pari di quelle dei principali gruppi montuosi dell’Appennino umbro-marchigiano.
Intorno a 200 milioni di anni fa l’area marina di basso fondale che occupava quello che è l’attuale area dei Monti, fu sede di ampi movimenti distensivi che hanno portato alla formazione di dorsali sottomarine, sopra i quali modesti spessori di fanghi calcarei pelagici, cioè rocce compatte stratificate, si sono depositate.
Circa 20 milioni di anni fa la compressione e il conseguente piegamento delle rocce sono state la causa del sollevamento delle prime dorsali riferibili al corrugamento della catena Appenninica.
Dopo 10 milioni di anni importanti fenomeni tellurici hanno portato ad accavallamenti imponenti lungo le faglie e progressivamente al definitivo sollevamento ed emersione di questo settore di catena, quindi alla formazione delle maggiori cime odierne.
Un’altra serie di movimenti sismici, 2 milioni di anni fa, per compressione dal lato adriatico, ha portato a fenomeni di sovrascorrimento e accavallamento su altri sistemi di faglia e conferito al gruppo il suo aspetto odierno.
Le cime superano in molti casi i 2.000 m di quota, tra queste il Monte Vettore (2.476 m s.l.m.), Monte Priora (2.332 m s.l.m.), il Monte Bove (2.169 m s.l.m.) e il Monte Sibilla.
Il gruppo è caratterizzato da una complessa rete di dorsali che divide l’area in tre sottozone:
settore Centro-Meridionale, con le maggiori cime del gruppo, che culmina con il monte Vettore include le montagne maggiori del gruppo, culminando nel monte Vettore.
area Settentrionale che include il Monte Bove, massiccio calcareo con imponenti pareti, ed ha per limite Val d’Ambro e le Gole del Fiastrone.
settore Sud-Occidentale che ha cime particolari ma formazioni interessanti come i Piani di Castelluccio.
La flora e la fauna dei Sibillini
Flora e fauna sono molto ricche e rappresentano un patrimonio importante per il territorio. Tra gli animali presenti, il gatto selvatico (Felis silvestris), l’istrice (Hystrix cristata), il lupo (Canis lupus), il capriolo (Capreolus capreolus) il camoscio d’Abruzzo (Rupicapra pyrenaica Sub. ornata) ed il cervo (cervus elaphus).
Fra gli uccelli, l’aquila reale, il gufo reale, il falco pellegrino. Tra i rettili la vipera dell’Orsini e la vipera comune (vipera aspis).
Nell’area del monte Vettore due specie tipiche in una regione circoscritta (endemismo): il coleottero Duvalius ruffoi e, nelle acque del lago di Pilato, il chirocefalo del Marchesoni, un piccolo crostaceo.
La vegetazione vede la prevalenza di caducifoglie alle basse quote che poi lasciano il posto alla faggeta e, più in alto, al pascolo.
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ed il Lago di Pilato
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini viene creato nel 1993 per tutelare quest’area dallo spirito selvaggio, ricca di antiche tradizioni e paesaggi spettacolari. Su questi monti, tra le altre attrazioni naturalistiche a quasi 2000 mt di altitudine si trova il Lago di Pilato, luogo di grande interesse e anch’esso legato a una leggenda popolare: il cadavere di Ponzio Pilato, giustiziato a Roma, passava di qui trainato da un carro di buoi, quando gli animali in un impeto di follia si precipitarono con il loro funesto fardello nelle demoniache acque lacustre.
Il territorio del Parco offre innumerevoli e diversificate possibilità per chi vuole, camminando, scoprirne i suoi tesori in tutte le stagioni. Il contatto con la natura selvaggia e il mondo magico delle vette, invece, possono essere raggiunti attraverso escursioni più impegnative.
Un’esperienza indimenticabile può essere vissuta lungo il Grande Anello dei Sibillini, un percorso escursionistico di 124 Km completamente segnalato che, in nove giorni di cammino, permette di scoprire l’intera catena montuosa.
Visitare il Parco dei Sibilllini significa darsi un’occasione unica per rivivere appieno il fascino del tempo passato e scoprire i tesori che l’uomo ha saputo preservare nei secoli.
Piani di Castelluccio e Gola dell’Infernaccio
Senza dubbio, non si può arrivare fino al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, senza raggiungere i Piani di Castelluccio per ammirare la “Fioritura delle Lenticchie”.
Un’apoteosi di colori che esplode in tutta la propria spettacolarità. Tra la fine di maggio e la metà di luglio, questa zona diviene davvero magica e degna del regno di una potente fata.
Le Gole dell’Infernaccio sono un’altra meta affascinante. Ad alta quota ci sono molte faggete, ma passando al versante occidentale, il panorama si addolcisce e i nostri occhi possono scivolare dolcemente verso l’Umbria.
Trekking nei Monti Sibillini
Chi può e desidera godere appieno della bellezza del Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha numerose possibilità di scegliere come camminare.
Non per forza è necessario inoltrarsi in zone troppo selvatiche. È possibile ad esempio usufruire dei percorsi urbani che uniscono i vari angoli medioevali delle comunità abitate disseminate ai piedi dei Monti Sibillini. Ottimi per chi alla bellezza della natura vuole unire la passione per l’architettura, l’arte e la storia.
Sentieri natura: il trekking facile sui Sibillini
Ci sono poi i sentieri natura: un compromesso perfetto per coloro che vogliono immergersi nel cuore del parco ma non lo fanno d’abitudine.
Come l’itinerario di cui sotto in foto o quello che trovi descritto ancora più sotto.
Itinerario trekking “Il Percorso dell’Acqua” – Pieve Torina
Il Percorso delle acque è stato inaugurato da pochi mesi a Pieve Torina, in provincia di Macerata.
Si tratta di una passeggiata di circa 8 chilometri (andata e ritorno) adatta anche ai bambini che parte da Pieve Torina (qui il punto dove parcheggiare l’auto >>>) e arriva alla località di Fiume.
Il percorso costeggia il torrente Sant’Angelo ed è attrezzato con alcuni tavolini e panche per fare una sosta lungo il percorso.
Durante la passeggiata, oltre a godere sempre del piacevole gorgoglio delle acque, si incontra il Ponte Romano, che permetteva ai legionari, ai viandanti e a chi trasportava le merci in arrivo da Foligno di attraversare il fiume e di proseguire, quindi, fino a Camerino e all’Adriatico. Il ponte romano si trova ai piedi del monte nel quale è incastonato l’Eremo dei Santi, attualmente chiuso a causa del sisma del 2016, ma, che merita comunque una visita.
L’eremo dei Santi
L’eremo è noto per i suoi poteri taumaturgici. Nella chiesa erano presenti, fino a qualche tempo fa, numerose stampelle ed ex-voto lasciati in devozione per grazia ricevuta.
Sembra che, attraverso uno stretto e basso passaggio da percorrere inchinandosi, si acceda a una sorgente d’acqua miracolosa. Questa si dice riesca a calmare i dolori reumatici, quelli al nervo sciatico e anche il mal di testa.
Alcuni sostengono che basterebbe strofinare le parti doloranti del corpo alle colonne dell’eremo – sulle quali si forma una condensa di acqua – per ottenere effetti benefici.
Nella valle Sant’Angelo è stata ritrovata una necropoli dell’età del bronzo, i cui reperti sono conservati al Museo Archeologico Nazionale delle Marche ad Ancona.
Una volta visitato l’eremo, scendete per lo stesso percorso e tornate al ponte romano, da qui proseguite dritti per raggiungere la località di Fiume.
Dovrete affrontare un ultimo tratto in salita, ma dopo poco vi ritroverete nel paese e vi basterà inoltrarvi tra le case per incontrare il mulino ad acqua. Un tempo il mulino faceva parte del percorso di visita del Museo della nostra terra di Pieve Torina, purtroppo chiuso a causa del sisma e che era stato realizzato con passione e dedizione dall’ex maestro Fernando Mattioni. All’interno del Mulino sono esposti alcuni attrezzi antichi che testimoniano della sua attività.
Prima di dirigervi a Fiume, vi consigliamo di prendere la deviazione che incontrerete lungo il tragitto sulla destra e di attraversare un ponte per raggiungere una piccola cascata, che si forma solo in certi periodi dell’anno
Percorso adatto per famiglie con bambini
Il percorso è adatto anche ai passeggini in quanto si snoda lungo una carrareccia, ma vi avvisiamo che vi aspetta una salita prima della località di Fiume. Se decidete di andare con i passeggini, vi sconsigliamo di avventurarvi verso l’eremo per le salite e il terreno.
Inoltre, è consigliato anche per le biciclette. La passeggiata occuperà qualche ora della vostra giornata e avrete tutto il tempo per gustare qualche prelibatezze tra i Monti Sibillini.
A Pieve Torina meritano una sosta il panificio Fronzi, anche per fare un bel rifornimento di spesa, e il ristorante Il vecchio Molino. Nei dintorni non perdetevi Il Nido dell’aquila a Monte Cavallo e gli agriturismi Sapori di campagna a Valfornace (Pievebovigliana) e Degli Alti Pascoli a Fiastra.